Galleria degli erbari
Sono 136 gli erbari esposti al pubblico, insieme ai libri che hanno fatto la storia della botanica e della medicina
Nella Galleria sono esposti 136 erbari: una selezione degli 800.000 conservati al piano superiore nell’erbario storico e che possono essere consultati su richiesta dagli studiosi e dagli appassionati. Nato tre secoli dopo la fondazione dell’Orto, l’Erbario di Padova è nato nel 1835 grazie al prefetto Giuseppe Antonio Bonato, che dona all’Università il suo erbario e la sua biblioteca, insieme ai materiali del predecessore Giovanni Marsili.
Nella Galleria si possono vedere, oltre agli esemplari delle collezioni dei prefetti Bonato e Marsili, altri raccolti da Roberto De Visiani nelle numerose escursioni nell’area dalmata e balcanica, le raccolte di Silvia Zenari e diversi percorsi con approfondimenti del rapporto tra le piante e il mondo della cultura, della medicina e dell’arte; è esposto inoltre l’erbario giovanile di Filippo de Pisis, donato nel 1917 all’Università di Padova, con annotati i suoi disegni e pensieri.
Trovano spazio nel percorso museale i funghi raccolti da Pier Andrea Saccardo, autore della Sylloge fungorum omnium, iniziata nel 1882 con la classificazione di tutte le specie di funghi note all’epoca, assemblati in un erbario di quasi 70.000 campioni di funghi del Veneto e di varie parti del mondo.
Si possono inoltre vedere dal vivo le alghe di Achille Forti, che raccoglie un migliaio di generi provenienti da acque dolci e salate di tutto il mondo. Forti intraprende vari viaggi, dai Balcani alla Norvegia, ma nella sua raccolta confluiscono anche numerosi campioni di altri scienziati.
Alla fine della Galleria si può consultare l’exhibit interattivo Una storia illustrata tra botanica e medicina realizzato da Todo e osservare alcuni libri della Biblioteca storica di medicina e di botanica Vincenzo Pinali e Giovanni Marsili. Lo sguardo si amplia al mondo scientifico del Rinascimento, quando molti medici e naturalisti iniziano a collaborare con gli artisti per comunicare le proprie scoperte, frutto della rilettura dei classici e dell’osservazione diretta della natura e del corpo. I libri scientifici si popolano di illustrazioni sempre meno schematiche e più vivide, come le illustrazioni del fiammingo Andrea Vesalio, di cui è possibile ammirare la prima edizione del De humani corporis fabrica, 1543. Per le piante si passa dalla rappresentazione con illustrazioni immaginarie dello Pseudo Apuleio (fine sec. XV) a quella ispirata all’osservazione diretta delle piante di Leonhart Fuchs (1549), alla raccolta degli esemplari da ammirare nell’erbario di Giovanni Macchion (1655). In pochi metri di museo si incontrano dal vivo le tappe simbolo della storia della botanica e della medicina.
Per visitare l'erbario storico conservato al primo piano dell'edificio, accessibile solo per motivi di studio e su appuntamento, è necessario contattare la referente Rossella Marcucci - email rossella.marcucci@unipd.it