Le piante, agli occhi della scienza
La mostra fotografica in collaborazione con l'Orto botanico di Parma, dal 25 aprile al 6 gennaio 2025
Dalle prime riproduzioni fotografiche ottenute a fini scientifici alle illustrazioni moderne: microscopie, infrarossi, ultravioletti, immagini satellitari, timelapse raccontano i temi del contemporaneo, dal cambiamento climatico alla qualità dell’aria, dalla sostenibilità agricola alla gestione del verde urbano e forestale. Approda a Padova la sezione fotografica della mostra Impronte - Noi e le piante, realizzata dall'Orto botanico dell'Università di Parma (Parma, gennaio/marzo 2024).
Storicamente le finalità delle immagini di piante sono inizialmente pratiche e didattiche: le illustrazioni non servono a scoprire il mondo vegetale, ma a formare la classe medica sulle piante curative. Le raffigurazioni iniziali hanno spesso carattere decorativo, risultando inservibili per il riconoscimento certo delle specie ma utili per memorizzare e studiare, mentre l’attenzione per la biodiversità emergerà più tardi.
Se un tempo i botanici portavano con sé gli illustratori in campo, oggi i ricercatori accolgono in laboratorio artisti visuali per creare immagini scientificamente ineccepibili e potenziate nelle cromie. Sono figure digitali con funzione di ricerca e disseminazione, che finiscono sulle copertine delle riviste scientifiche più prestigiose e contaminano con un pizzico di estro umano l'oggettività della scienza.
Le piante, agli occhi della scienza apre giovedì 25 aprile in occasione del festival Risvegli ed è visitabile in Foyer negli orari di apertura dell'Orto, compresa nel biglietto d'ingresso, fino al 6 gennaio 2025.
Nella giornata di venerdì 11 ottobre 2024 la mostra non sarà accessibile al pubblico per lo svolgimento di un evento negli spazi del foyer.
Dal 7 luglio sono inoltre disponibili al piano terra del foyer i video dell'installazione Il caleidoscopio della Natura in cui si possono ammirare le diatomee, antiche alghe unicellulari comparse sulla Terra più di 100 milioni di anni fa, conservate in una collezione del Museo botanico.
Immagine di Craig P. Burrows, Capolino di Coreopsis tinctoria Nutt. Fotografia a fluorescenza visibile indotta da luce ultravioletta (UVIVF), 2016 - Per gentile concessione dell’autore