Piante introdotte in Italia dall'Orto Botanico
Fin dalla sua fondazione, l'Orto botanico di Padova fu al centro di una fitta rete di relazioni internazionali con scambi di semi, di piante e di materiale scientifico di ogni tipo.
Fin dalla sua fondazione, l'Orto botanico di Padova fu al centro di una fitta rete di relazioni internazionali con scambi di semi, di piante e di materiale scientifico di ogni tipo. Fu così che l'Orto patavino ebbe un ruolo importante nell'introduzione in Italia e nell'acclimatazione di specie esotiche.
Alcune delle piante introdotte per la prima volta nell'Orto botanico di Padova, e da questo poi diffuse in tutto il territorio nazionale, sono allineate lungo il viale che fronteggia le serre ottocentesche; i cartellini identificativi riportano, in questo caso, anche l'anno di introduzione.
Tra queste, si possono osservare piante oggi molto diffuse perché di interesse ornamentale, come il lillà (Syringa vulgaris L.), il gelsomino giallo (Jasminum fruticans L.), la vite del Canadà [Parthenocissus quinquefolia (L.) Planch.], l'albero dei tulipani (Liriodendron tulipifera L.), il cedro dell'Himalaya [Cedrus deodara (D.Don) G.Don fil.], la fresia [Freesia refracta (Jacq.) Klatt], il cuor di Maria (Dicentra spectabilis Lem.). Altre sono piante alimentari di largo impiego, come il girasole (Helianthus annuus L.), il sesamo (Sesamum indicum L.), la patata (Solanum tuberosum L.). Alcune si sono spontaneizzate in Italia, come l'agave (Agave americana L.), la falsa acacia (Robinia pseudacacia L.) e l'albero del Paradiso [Ailanthus altissima (Miller) Swingle]; esse caratterizzano talora il paesaggio di vaste aree del territorio nazionale.