Solar active building
L’edificio è progettato e realizzato per ridurre il più possibile l’impatto ambientale.
L’edificio è progettato e realizzato per ridurre il più possibile l’impatto ambientale; è una teca di vetro lunga 100 metri e alta 18 nella quale forma, articolazione degli spazi e impianti sono stati ottimizzati per sfruttare al massimo l’apporto dell’energia naturale e gratuita proveniente dal sole.
L’edificio ha un ruolo attivo nel trasformare l’ambiente interno e quello circostante, grazie a soluzioni progettuali e tecnologiche.
Le precipitazioni naturali alimentano una vasca di raccolta di 450 metri cubi. La stessa lama d’acqua che segna l’ingresso nel Giardino della biodiversità assicura la continua movimentazione e ossigenazione della riserva idrica. Un pozzo artesiano preleva – a 284 metri di profondità – acqua a 24°C costanti, permettendo la vita delle piante acquatiche tropicali tutto l’anno e integrando la riserva idrica nei periodi di siccità.
L’energia elettrica prodotta con pannelli fotovoltaici alimenta le pompe che regolano il ciclo dell’acqua e contribuisce al funzionamento dell’intero sistema delle serre. Le superfici opache interne ed esterne sono rivestite con un composto fotocatalitico che sfrutta i raggi ultravioletti per dar luogo a una reazione chimica. Il suo effetto è un abbattimento considerevole dell’inquinamento atmosferico: le stime parlano di 150 metri cubi/metro quadro ripuliti dagli agenti inquinanti ogni giorno.
Una nuova tecnica di crescita delle piante arbustive è stata impiegata sulle coperture non trasparenti delle strutture. Trasformare queste aree in zone di crescita del verde ha una positiva ricaduta sull’ambiente: dalla riduzione dei consumi energetici dell’edificio, alla produzione di ossigeno, fino all’abbattimento dei valori di anidride carbonica e polveri sottili.
L’effetto serra viene sfruttato per risparmiare energia e allo stesso tempo mantenere gli ambienti all’interno dei parametri di temperatura e umidità propri di ciascuna fascia climatica. Il calore prodotto dai raggi solari resta infatti imprigionato nelle serre. In inverno si accumula durante il giorno nelle parti in muratura, venendo rilasciato durante la notte. D’estate invece il calore viene mitigato attraverso l’apertura delle vetrate e delle coperture sul tetto delle serre. E sono le piante, che reagiscono alle condizioni ambientali rilasciando anidride carbonica e ossigeno in misura diversa al variare di umidità e di temperatura, a dare l’input per l’apertura e chiusura delle vetrate. Un sistema computerizzato mette in relazione i dati forniti dalle piante con i parametri di vita ottimali per ciascuna fascia climatica.
La copertura della serre è composta di cuscini di Etilene TetrafluoroEtilene (ETFE), un materiale plastico resistente alla corrosione, più leggero e trasparente del vetro ai raggi ultravioletti, vitali per le piante. La loro forma permette di accogliere il calore del sole, creando un cuscinetto d’aria che riduce le dispersioni per irraggiamento nelle fasi notturne. L’effetto visivo di un unico piano di vetro lungo 100 metri è stato ottenuto con la messa a punto di nuovo sistema di fissaggio delle lastre, senza profili esterni e in grado di sopportare carichi di vento oltre i 400 chilogrammi/metro quadro.