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The new restoration project involve the central fountain, the fountains of the quarters, of Theophrastus and of the Four Seasons
Find out moreSpecie botaniche
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Saxifraga facchinii
Saxifraga facchinii
La sassifraga di Facchini fu dedicata al medico e illustre botanico fassano Francesco Facchini, che la scoprì agli inizi del 1800 sulle vette della Val di Fassa. E’ una pianta rupicola che vive sopra i 2400 m s.l.m., esclusiva delle Dolomiti. Di dimensioni molto modeste, in genere di 1 – 3 cm, con fusticini ramificati con piccole e fitte foglie grigio-argentee che le conferiscono l’aspetto di un cuscinetto compatto. I fiori hanno petali di colore variabile bianco-giallastri o purpurei.
Nella Lista Rossa del Veneto viene considerata “EN”, cioè minacciata di estinzione.
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Allium sativum
L'aglio da cucina è una pianta bulbosa coltivata sin dall'antichità e selezionata a partire da progenitori di probabile origine centro-asiatica occidentale. Oggi esiste solo come pianta coltivata, ma appare qua e là in tutto il territorio italiano allo stato subspontaneo, soprattutto presso gli abitati. L'odore caratteristico è dovuto a numerosi composti organici di zolfo tra cui l'alliina ed i suoi derivati, come l'allicina ed il disolfuro di diallile. Nel folclore europeo si riteneva che l'aglio tenesse lontani i vampiri, forse perché i vampiri erano considerati dei 'parassiti' e per il fatto che l'aglio ha proprietà antielmintiche. Il potere antisettico era noto fin dall'antichità: nel Medioevo i medici usavano delle mascherine imbevute di succo d'aglio per proteggersi dalle infezioni. Il nome generico, già in uso presso i romani, deriva da una radice indoeuropea che significa 'caldo', 'bruciante', per l'odore e sapore pungenti dei bulbi, il nome specifico significa ‘coltivato’. Forma biologica: geofita bulbosa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
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Eucalyptus
Il genere Eucalyptus comprende più di 700 specie di alberi o arbusti originari dell’Australia (con poche specie presenti anche in Nuova Guinea e Indonesia e una nelle Filippine). Diverse specie sono coltivate nelle aree tropicali e temperate tra cui America, Europa, Africa, Medio Oriente, Cina e il subcontinente indiano come fonti di legno a rapida crescita, o per la produzione di un olio aromatico che possiede anche proprietà insetticide. Altre si usano nei programmi di riforestazione, a causa della rapida crescita, o per drenare i suoli acquitrinosi. Nella regione mediterranea gli eucalipti sono stati frequentemente piantati per la riforestazione, con risultati non sempre positivi per il mantenimento della flora autoctona. Il nome generico deriva dal greco ‘eu’ (bene) " e ‘kalyptos’ (coperto), in riferimento all’opercolo che nasconde inizialmente il fiore. Forma biologica: fanerofita scaposa.
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Crocus sativus
Crocus sativus
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Sempervivum dolomiticum
Sempervivum dolomiticum
Specie osservabile solo in natura: la pianta presente all’Orto botanico (Sempervivim tectorum) appartiene allo stesso genere.
Simbolo del Parco delle Dolomiti d’Ampezzo, il semprevivo delle Dolomiti vegeta esclusivamente su substrati di dolomia e calcare. Presenta piccole rosette (2-4 cm) di foglie verdi, appuntite, con gli apici arrossati.
Al momento della fioritura, cui seguirà la morte della rosetta, la pianta cambia colore: dal centro della rosetta si allunga uno stelo, portante foglioline e fiori, tutti uniformemente di un rosso acceso. I petali presentano una striatura centrale di colore ancora più marcato. Fiorisce raramente, fra fine luglio e inizio agosto, e solo in questa fase è facilmente distinguibile da altre specie simili.
In Italia questa specie è presente solo in Veneto e Trentino Alto Adige ed è considerata un "relitto glaciale”, perché sopravvisse alle glaciazioni rifugiandosi sulle scarse cime che non furono sepolte dal mare di ghiaccio.
E’ una pianta con proprietà officinali, astringente, anti infiammatoria e rinfrescante. Era usata contro le punture di insetti, le ustioni e come collirio
Nella Lista Rossa del Veneto è a livello di rischio “VU”, cioè vulnerabile.
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Helianthus annuus
Il girasole è una pianta originaria delle parti più calde dell'America settentrionale, oggi ampiamente coltivata e presente come avventizia in tutte le regioni d’Italia, salvo forse che in Valle d'Aosta. Appare a volte allo stato subspontaneo in vegetazioni ruderali su suoli ricchi in composti azotati, con scarsa tendenza a spontaneizzarsi, dal livello del mare a 1.500 metri circa. Il girasole era coltivato dagli indigeni americani 3.000 anni prima della sua introduzione in Europa: gli Incas conoscevano le proprietà nutritive dei semi e ricavavano fibre dal fusto e dalle foglie. Dai semi si produce un olio adatto all'alimentazione umana e dal residuo della spremitura si ricava un panello ricco di proteine che viene impiegato in zootecnia. I semi tostati sono commestibili e vengono anche impiegati come mangime per roditori e uccelli. L' eliotropismo che caratterizza il girasole è già presente nei boccioli, che seguono il percorso del sole da est a ovest, per orientarsi nuovamente a est quando si fa sera. Il nome generico deriva dal greco 'helios' (sole) ed 'anthos' (fiore), e significa quindi 'fiore del sole'; il nome specifico si riferisce al ciclo vitale annuale. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-ottobre.
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Magnolia grandiflora L.
È una pianta arborea a foglie persistenti (per questo è anche indicata come magnolia sempreverde), originaria delle regioni meridionali degli Stati Uniti, dalla Florida al Texas, che può raggiungere i 20-30 metri di altezza. In Italia è molto coltivata in parchi e giardini pubblici e privati, e viene apprezzata per la sua forma conico-piramidale, le grandi foglie di un verde intenso, lucide nella pagina superiore e bruno rugginose nella inferiore, che creano un notevole contrasto cromatico.
In estate all'apice dei rami compaiono dei vistosi fiori bianchi e profumati che possono raggiungere un diametro di 20-25 cm. Molto decorativi sono anche i semi che, quando raggiungono la maturità, diventano rossi e sporgono dall'infruttescenza a cono che ricorda molto una pigna. È una specie che ama posizioni soleggiate, terreni profondi, fertili e permeabili e che mal sopporta eccessivi ristagni d'acqua o condizioni di aridità prolungate; tollera però le gelate non troppo intense.
L'esemplare più vecchio di Magnolia grandiflora dell'Orto botanico risale al 1786 ed è ritenuto uno dei primi introdotti in Italia, se non il primo. Si trova nel quarto omonimo tra le porte Ovest e Sud; non ha grandi dimensioni, ma il tronco alla base è ben sviluppato e da esso si dipartono vistose radici.
Altri due individui notevoli di magnolia, messi a dimora agli inizi del 1800, si possono ammirare presso l'ingresso dell'Orto; essi sono attualmente oggetto di particolari cure fitosanitarie e vengono tuttora costantemente monitorati in quanto affetti da un'infezione fungina.
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Daucus carota
La carota selvatica, originaria dalla parte meridionale dell'Eurasia ma oggi diffusa nelle zone temperate di tutto il mondo, è presente con diverse sottospecie in tutte le regioni d’Italia. Cresce sia negli aspetti più aridi dei prati da sfalcio che in vegetazioni ruderali presso gli abitati, nelle discariche, nelle cave, lungo le vie, su suoli non molto profondi ma ricchi in basi e composti azotati, a volte anche subsalsi, dal livello del mare a 1.400 metri circa. La radice era conosciuta sin dall'antichità e Plinio la cita per le proprietà cicatrizzanti, diuretiche e digestive; le carote 'antiche' erano però sottili e nodose, con gusto acre e polpa biancastra 'dura come pietra', in quanto la selezione delle carote coltivate oggi iniziò nel XVI secolo. Il nome generico deriva dal greco dal greco 'daio' (bruciare, riscaldare) forse per le presunte proprietà riscaldanti della pianta; il nome specifico era già in uso presso gli antichi Greci. Forma biologica: emicriptofita bienne (terofita scaposa). Periodo di fioritura: aprile-ottobre.
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Solanum tuberosum
La patata è una pianta annua di origine centro-sudamericana, già selezionata a scopo alimentare dalle popolazioni autoctone sin dal secondo millennio a.C. e portata in Europa dagli spagnoli intorno al 1570. Oggi è coltivata in tutte le aree temperate del globo. La diffusione della coltivazione fu lenta, anche per i casi di intossicazione causati dall'esposizione prolungata dei tuberi alla luce. Nei primi anni del Seicento gli agronomi francesi Olivier de Serres e Charles de l'Écluse la descrissero dettagliatamente e quest'ultimo, che fu botanico di corte dell'imperatore Massimiliano II d'Austria, la introdusse nell'impero austro-ungarico. La diffusione del tubero fu poco uniforme: in Francia coinvolse inizialmente poche aree del Delfinato e dell'Alsazia (1666) e in seguito della Lorena (1680) dove nel 1787 viene descritta come cibo principale degli abitanti della campagna; più incisiva fu la penetrazione in aree come la Svezia, la Svizzera e soprattutto l'Irlanda e la Germania. La parola italiana 'patata' deriva dall'omonimo termine spagnolo, preso direttamente dalla sua forma indiana in lingua nahuatl potatl, attraverso però l'uso altrettanto diffuso di termini come 'papa' (che in lingua quechua indica appunto Solanum tuberosum) e 'batatas' per la patata dolce (Ipomoea batatas) che appartiene a una famiglia completamente diversa. In altre lingue è comune anche 'mela di terra' ('pomme de terre' in francese, 'aardappel' in olandese, etc.). Le piante di patata, soprattutto le parti verdi, contengono un alcaloide velenoso termolabile, la solanina, che causa intossicazioni con dolori addominali, diarrea, e nei casi gravi, la morte. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Morus alba
Il gelso bianco, originario dell'Asia orientale, fu introdotto in Europa nel XII secolo per l'allevamento del baco da seta che lo preferisce al gelso nero (la presenza in Italia è documentata dal 1434). Oggi è presente in quasi tutte le regioni d’Italia. Cresce in filari piantati dall’uomo ai margini degli abitati. I frutti sono commestibili, anche se quasi mai appaiono sul mercato per la difficile conservazione. Il nome generico è quello utilizzato dagli antichi romani per il gelso nero, pianta da loro già conosciuta perché originaria dell'Asia Minore; deriva a sua volta dal greco antico 'meros' (parte), in riferimento all'infruttescenza formata da tanti piccoli frutti con involucro carnoso; il nome specifico deriva dal latino 'albus' (bianco) e si riferisce sempre ai frutti ma questa volta al loro colore prevalente (esistono anche forme a frutti rosa o violetti, che possono generare confusione col gelso nero). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Glycyrrhiza glabra
La liquerizia comune è una specie a distribuzione stenomediterranea estesa all’Asia sudoccidentale, presente in tutte le regioni dell’Italia centro-meridionale (salvo che in Umbria), in Emilia-Romagna e in Friuli-Venezia Giulia. Cresce ai margini delle strade, in incolti aridi e aperti, su suoli sabbiosi in siti assolati e caldi, dal livello del mare a 1.000 metri circa. La liquirizia era una pianta importante già nell'antico Egitto, in Assiria e in Cina ed era già nota nell'antica medicina greca ma solo nel XV secolo fu ampiamente introdotta in Europa dai frati domenicani. Il principio attivo più importante è la glicirrizina, più dolce del saccarosio, che le conferisce un'azione antinfiammatoria e antivirale. La liquirizia, comunque, va assunta saltuariamente, facendo attenzione a non superare il dosaggio di mezzo grammo al giorno di glicirrizina, in quanto questa ha diversi effetti collaterali, soprattutto se somministrata a bambini, a persone che hanno superato i 55 anni d'età e a soggetti che ne assumono dosi maggiori di quelle consigliate e per lunghi periodi di tempo. Il nome generico deriva dal greco ‘glykýs’ (dolce) e ‘rhíza’ (radice), quello specifico si riferisce al fatto che la pianta è pressoché priva di peli. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
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Prunus persica
Il pesco è un albero deciduo originario della Cina. Fu introdotto in Persia (da cui il nome) e da lì a Roma nel I secolo d.C., diffondendosi in tutto il bacino del Mediterraneo. In Egitto il frutto era sacro ad Arpocrate, il dio del silenzio e dell'infanzia (ancor oggi si paragonano le guance dei bambini alle pesche). In Europa è usato sia come pianta da frutto che come pianta ornamentale. È ampiamente coltivato in tutta Italia, e spesso inselvatichito in arbusteti e cedui di latifoglie, dal livello del mare a 600 metri circa. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta (deriva comunque dal greco ‘prunon’, che significa ‘prugna’); quello specifico allude al territorio da cui la pianta fu introdotta in Europa, la Persia. Forma biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.